Selfie. Storia di una fotografia moderna

Selfie, l’autorappresentazione di sè viene da lontano
Tutti oggi conoscono la parola “selfie“. E’ cool, è di moda, è social, amato e odiato selfie. I nuovi social e le tecnologie degli smartphone hanno permesso la diffusione di questa pratica, che è diventata di massa e sociale, ma in realtà il selfie non è una novità. Nell’ambito della pittura prima e della fotografia poi, molti artisti, quasi tutti direi, si sono cimentati nella rappresentazione di se stessi con i mezzi artistici a disposizione o che preferivano, a seconda del periodo. Rappresentarsi significava mettere in evidenza se stessi, tirando fuori la rappresentazione interna, esteriorizzandola. Quasi ogni artista con l’autoritratto ha voluto lasciare una traccia di sè, di chi era. Pensiamo ad una grande artista del 900′, Frida Khalo; fece della rappresentazione di sè il suo tratto distintivo. Per ragioni legate alla sua storia, iniziò il suo percorso artistico studiando se stessa e dipingendo quello che vedeva, la sua sofferenza, attraverso la sua immagine riflessa allo specchio. Diventò un’icona artistica. Ma quando parliamo di selfie parliamo chiaramente di immagine fotografica. La macchina fotografica permise anche ai fotografi di autorappresentarsi. Che cosa si esprime con una auto ritratto, con un autoscatto? Le emozioni interne. L’artista, il fotografo si guarda e vuole far affiorare se stesso, nell’immagine, nel dipinto la propria interiorità, così come la vede lui. E’ mostrarmi al mondo come mi vedo io.
Selfie, guardatemi, ci sono e voglio che mi vediate
La digitalizzazione fotografica, gli smartphone e i social hanno massificato l’uso della fotografia per rappresentare se stessi. Si parla tanto di narcisismo estremizzato e alla portata di tutti. Sicuramente i social network e la digitalizzazione dell’immagine rendono più facile esprimere il proprio narcisismo. Ma in realtà il selfie e la sua diffusione è legata alla facilità e alla disponibilità dei mezzi tecnologici per fotografarsi e per diffondere le immagini. Inoltre, non attribuisco necessariamente un aspetto negativo a questa pratica, che tutti chi più o chi meno, utilizziamo. Il selfie appartiene alla categoria delle rappresentazioni di sè. Lo scopo generico, rispetto all’uso che se ne faceva in passato, è quello di diffonderlo attraverso i social media. Che vi piaccia oppure no, il selfie fa ormai parte dei costumi della nostra società tecnologica ed è normale che artisticamente vi siano delle esplorazioni in tal senso. L’università di Teramo, ha infatti deciso di fare un corso su questo tipo di fotografia, nella facoltà di Scienze dalla Comunicazione. Non si tratta di un corso su come fare un selfie migliore, ma uno studio critico su questo fenomeno sociale.